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Alle 19,50 il botto da il via allo spostamento del Carro Trionfale, la campane a festa si associano alle urla di sorpresa miste anche ad incitamento e paura della folla assiepata per tutta la strada che compone il tragitto della “passerella” del giovedì prima la festa.

È sempre un’emozione lunga secoli quella che fa parte della Festa Maggiore in tutte le sue sfaccettature, ed è un colpo d’occhio bellissimo vedere così tanta gente a riempire ogni centimetro di strada, a testa in su verso l’alto e a seguire, a cercare col tocco della mano, il simbolo della devozione al quadro sacro della Madonna di Sovereto.
Ci sono famiglie intere, ci sono turisti, ci sono curiosi e devoti mentre arriva l’intero comitato insieme alle autorità ed il capo-timoniere (anche quest’anno il sig. Domenico Morgese) ed i timonieri tutti (Vito Cataldi, Giuseppe Marella, Vincenzo Paparella e Tommaso Tempesta) ricevono i complimenti dei conoscenti e dei passanti ed in un passato non molto lontano tali figure, insieme al Presidente del Comitato Feste Patronali, diventavano vere e proprie autorità in un mondo e sistema cittadino che quasi comunque viveva di autosufficienza.
Terlizzi, nonostante il tempo passi, ha avuto come ogni anno la Festa che si meritava, mai così voluta come quest’anno magari considerando tutte le perplessità e le difficoltà legate alla sua stessa riuscita; come sempre si è raggiunti il risultato in grande stile e, nell’arco di dodici ore, l’intero panorama cittadino è cambiato radicalmente, popolandosi di giostre, luci e persone quante mai Terlizzi ne può contare ogni anno.
Il Carro, traghettato quasi con un’innaturale agilità, considerando la sua imponente mole e altezza, guidato dai “passi” saltellati dei quattro timonieri ogni volta che il fischio del capo-timoniere ne avvia e ne ferma il cammino mentre dall’alto si può vedere una fiumana e quasi una massa indistinta che libera la strada davanti a lui fino a quando non arriva così all’ingresso della “Villa” tra gli applausi scroscianti.
L’emozione si ravviverà nella processione della domenica sera, col Carro che avanzerà illuminata e seguito dalla banda in festa e popolato di bambini gioiosi, alle due curve a gomito dove, nonostante i tentativi di liberare la strada, tante persone seguiranno pericolosamente tale manovra a pochi centimetri; giusto o sbagliato che sia, è anche questo un modo di mostrare la devozione alla Patrona della città, sempre nello stesso modo, a cavallo dei secoli.

Nico Andriani